E’ uguale a se stesso, eppure è diverso, più ordinato, illuminato meglio, rinfrescato, come se un’aria nuova fosse passata di sala in sala, lì dove si riceveva, si ballava, si godeva degli infiniti privilegi dell’essere nobili, a Venezia, in riva al Canal Grande, nel ‘700.
Ca’ Rezzonico riapre i portoni dopo otto mesi di restauri che hanno interessato il piano terra danneggiato dall’acqua alta del 2019, il giardino, l’illuminotecnica con luci a led, un nuovo book shop, la caffetteria con vista sull’acqua, lo Spazio ‘700 Muve for All e il recupero di dipinti e sculture dal buio dei depositi.
Il palazzo progettato da Baldassarre Longhena e completato da Giorgio Massari, voluto dalla famiglia Bon e poi acquistato nel 1755 dai più liquidi Rezzonico; quindi abitato dal poeta Robert Browning, dal musicista Cole Porter e infine dal conte de Minerbi, divenne Museo del Settecento il 25 aprile1936, un anno dopo l’acquisto da parte del Comune.
Il restauro
Grazie all’impegno di Muve, e anche di Coop Italia che ha donato 450 mila euro, il palazzo ritrova il proprio brio, il fruscio delle vesti nell’alcova, i passi del minuetto sotto gli enormi lampadari in legno dorato. Sorridono dietro un dito di cipria i ritratti di Rosalba Carriera, si rianimano le scene di vita quotidiana di Pietro Longhi, dondolano in altalena i Pulcinella di Giandomenico Tiepolo.
Lo spirito dell’epoca, mai uscito dal palazzo, riprende la gondola nel portego, la carrozza in cima allo scalone monumentale, la portantina al primo piano; gironzola tra le aiuole pettinate del giardino, fino alla fontana dei pesci che con il tempo erano diventati bianchi.
L’anno prossimo toccherà al restauro delle facciate laterali e del soffitto del salone da ballo. Un anno di lavori, due milioni il costo. Previa prenotazione, il pubblico potrà salire sui ponteggi e vedere il grandioso affresco di Giambattista Crosato così, a un palmo di mano.
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