Irrinunciabili, indivisibili, best friend sul serio, di giorno, di notte, a casa, al lavoro. Soprattutto al lavoro, dove cani di tutte le razze, di ogni taglia, accompagnano il proprio padrone veneziano come il collaboratore più devoto, che oltretutto non contraddice mai il capo.
Dev’essere questa venerazione reciproca, che non si cura della bava lasciata sul computer, del pelo che infoltisce il tappeto, ad accoppiare umani e quattrozampe in un dog working felice nel quale ciascuno trae il meglio dall’altro.
Impagabile compagno durante il lockdown, grazie al quale chi aveva un guinzaglio appeso in ingresso poteva uscire in passeggiata e chi non l’aveva si macerava d’invidia, il cane ha capito quanto sia preferibile poltrire in ufficio, in negozio, in studio, dove arrivano carezze e croccantini come se non ci fosse un domani.
Dal bordo della cuccia, tuttavia, se la vita è assai piacevole non tutto è comprensibile. Come quella stravagante museruola in tessuto che da oltre un anno i bipedi si ostinano a indossare, sebbene (forse) non abbiano alcuna intenzione di mordere.
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