Sono novanta, ma sembrano mille, e bagnano di luce la facciata della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro come fosse la scenografia di un teatro e la platea il Canal Grande.
Una nuova illuminazione ad altissima tecnologia e quasi zero impatto ambientale – due kilowatt e mezzo per poco meno di cento fonti luminose a Led – trasforma il gioiello tardogotico in uno spettacolo notturno aperto a tutti, visibile dal vaporetto, dalle rive di Rialto, per la probabile invidia dei palazzi vicini i quali, al confronto, scoloriranno.
Il progetto
Risplendono i marmi, i fregi, i cinque grandi archi sull’acqua, le logge dei piani superiori, le esafore, i capitelli delle colonne con le foglie che salgono a spirale, le balaustre, su su fino alle merlature, grazie al progetto finanziato da Venetian Heritage con Pomellato, realizzato dall’architetto Alberto Pasetti Bombardella, coordinato dall’architetto Giulia Passante e acceso da Erco, fornitore dell’impianto illuminotecnico installato da Spazioluce.
Dietro tanto sfolgorio, i corpi illuminanti posizionati al millimetro all’interno della Ca’ d’Oro e soprattutto all’esterno, collocati su quattro nuove bricole di fronte al palazzo. La facciata asimmetrica e piena di grazia di quello che è stato definito “un poema di marmo” cambia così continuamente scena, dai riflessi dell’acqua alla doratura che diede il nome all’edificio.
La presentazione
Presentazione in riva de l’Ogio, davanti all’hotel L’Orologio, chi con il bicchiere in mano, chi nel primo cappotto autunnale; il direttore generale Musei del ministero alla Cultura Massimo Osanna, il direttore regionale Musei Veneto Daniele Ferrara, la presidente di Venetian Heritage Valentina Marini Clarelli Nasi, il direttore Toto Bergamo Rossi, l’amministratore delegato di Erco Italia Andrea Nava; e ancora Emanuela Bassetti, Barbara Foscari e qualche turista passato per caso in cerca di un bacaro che, considerata l’occasione, può aspettare.
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