Il Goldoni riapre, imbellito, rinfrescato, con la platea di velluto, l’impianto elettrico, l’audio, la moquette, le tende, tutto nuovo; ed è festa dentro e fuori il teatro che compie 400 anni più uno, non tutti felici, com’è inevitabile che sia.
La storia
Incendi, cedimenti strutturali, trionfi, fischi, colpi di scena di ogni tipo, fasci di rose, inciampi, attacchi di panico dietro le quinte, hanno accompagnato la storia del più antico teatro d’Italia, inaugurato nel 1622, ricostruito più e più volte, e poi rimasto chiuso nella malinconia per oltre trent’anni dopo la seconda guerra mondiale e fino alla riapertura nel 1979.
Da allora un po’ di polvere è scesa sulle poltrone, i palchi, i134 metri quadrati di palcoscenico, i 500 spettacoli di prosa; il tempo ha fatto il resto e dunque qualcosa s’imponeva di fare.
Gli ospiti
Il restyling, finanziato dal Comune, costato poco meno di un milione e 800 mila euro e durato sette mesi, riconsegna alla città la sala, il foyer, le porte di vetro e bronzo di Gianni Aricò con lo spettacolo “Effetto Venezia”, per la regia di Fabrizio Arcuri, condotto da Federica Fresco e Lorenzo Maragoni (in Peserico), che fa effetto sul serio.
Per l’inaugurazione, il Teatro Stabile del Veneto porta in palcoscenico Isabella Ferrari, Giuseppe Battiston, Sonia Bergamasco, Roberto Citran, Claudio Santamaria, Lorenzo Letizia, Filippo Nigro, Teho Teardo, praticamente un’intera stagione in una sola sera.
Tappeto rosso in calle per 780 spettatori, ricevuti dal presidente del TSV Giampiero Beltotto, tra cui due sottosegretari – Gianmarco Mazzi alla Cultura e Andrea Ostellari alla Giustizia – , il sindaco Luigi Brugnaro, i registi Marco Tullio Giordana e Filippo Dini, lo scrittore Matteo Strukul che al Goldoni ha dedicato il romanzo “Carlo Goldoni e la maledizione di Ircana” (Newton Compton) e firma copie ai fotografi, Emanuela Bassetti, gli ex sindaci Paolo Costa e Giorgio Orsoni, lo scrittore Tiziano Scarpa, il sovrintendente della Fenice Fortunato Ortombina e le influencer che spiegheranno ai ragazzi quanto è bello quando in sala si spengono le luci.
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