Mattoncino dopo mattoncino, fino a mettere l’uno sull’altro 170 mila pezzi di Lego e rimpicciolire Piazza San Marco in un diorama irresistibile. La Basilica, la Torre dell’Orologio, le Procuratie in scala lillipuziana, uscite dai polpastrelli di Maurizio Lampis, cagliaritano, che ha dedicato all’opera otto mesi di lavoro, studiando le prospettive dell’area marciana attraverso 700 immagini.
Lunga 270 centimetri, larga 105, l’arcangelo Gabriele del campanile a 238 centimetri d’altezza, novanta chili di peso, la riproduzione – esposta al Museo Creature di Gomma-Venice Vintage Toys, dietro campo dei Frari – insegna che il gioco dei piccoli può scavalcare le generazioni e ambire a entrare nei Guinness.
I mosaici impressi sui mattoncini grazie alla carta fotografica professionale, i tavolini del Caffè Florian, i turisti con la macchina fotografica, i bambini con il gelato, gli agenti con il cane, i gabbiani che puntano a un boccone qualsiasi. Duecento le mini figure, una cinquantina gli animali. A occhio non manca niente, tranne i colombi. Non è stata una dimenticanza per sfinimento; solo che la Lego non li produce.
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