No, non si arriverà più in barchino, con la musica a palla, il sale nei capelli, le infradito. Nessun altoparlante gracchierà il nome dei clienti per avvisare che i bigoli in salsa sono pronti e bisogna andare a prenderseli.
Così era da Toni Vianello alle Vignole da tre generazioni, forse il luogo più caro ai veneziani, perché annunciava l’estate, faceva subito vacanza, si ormeggiava in riva come capitava; e quella leggerezza da ultimo giorno di scuola durò fino al 2020 quando, in piena pandemia, la trattoria chiuse.
L’isola che non c’era più oggi ritorna, con un’altra veste, diverso spirito, ma l’insegna, i tavoli, le sedie sono rimasti gli stessi, nel medesimo incrocio tra campagna e laguna, tra le viti, i campi di carciofi grandi come meloni, il canale che porta alla chiesetta di Sant’Erosia, il profilo di Venezia in lontananza.
Il progetto si chiama IsoleLeVignole ed è nato grazie a quattro veneziani e un imprenditore friulano che si sono messi intorno a un tavolo per concludere che quel posto meritava una seconda vita. Non più come locale, ma come luogo in cui vivere l’esperienza vinicola a pochi metri dai grappoli di uva Dorona.
Antonio Vianello, proprietario dell’ex storica trattoria, Carlo Zangrando, imprenditore agricolo e residente in isola, Roberto Boem, titolare di Destination Venice, Marco Perco, contitolare dell’azienda vitivinicola Roncús in Friuli Venezia Giulia, Francesco Ghisini, avvocato, hanno mantenuto intatto lo spazio esistente che sarà destinato esclusivamente ad eventi, visite guidate e degustazione di vini grazie a un nuovo impianto di due ettari di vitigno.
Anticamente le Vignole era conosciuta come Isola delle Sette Vigne, luogo di villeggiatura, poi diventata fazzoletto di campi coltivati da cui, un tempo, le donne partivano con le loro barche a remi per portare le primizie a Venezia.
Inaugurazione (su invito) al tramonto – presenti, tra gli altri, gli assessori Simone Venturini e Michele Zuin – con indimenticabile pasticcio di verdure.
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