Il tempo corre veloce in Piazza San Marco e in un amen il Gran Caffè Quadri compie 250 anni, nessuno dei quali trascorso invano.
Gli stucchi, gli specchi, le scene di vita veneziana alle pareti, i tavolini in marmo, i vassoi d’argento sono rimasti al proprio posto, sotto i portici delle Procuratie Vecchie, quasi di fronte al Florian, che da poco ha fatto i tre secoli, ed è gara tra chi dei due porta meglio l’età.

Dal 2011 saldo nelle mani della famiglia Alajmo, il Quadri festeggia l’anniversario di peso con un menu dedicato – il caffè gourmand, il cicchetto a base di foccaccina veneziana con vitello tonnato, capperi e caffè, la torta Leone – e una tazzina realizzata dalla manifattura Geminiano Cozzi fondata a Venezia nel 1765, e anche qui sono altri 260 anni tondi.

C’è sempre un po’ di audacia dietro le storie felici, come quella che animò il mercante veneziano Giorgio Quadri il quale, ritornato in laguna dopo un lungo periodo a Corfù, insieme alla moglie greca Naxina decise di investire i propri averi nel locale Il Rimedio, noto per la vendita di vino Malvasia, di cambiargli nome e servire l’acqua negra bollente, il caffè alla turca. L’apertura avvenne il 28 maggio 1775.
Il successo fu immediato ed era appena l’inizio. Nel 1830 la gestione del Quadri passa ai fratelli Vaerini che ragionano in grande anche loro, ristrutturano gli interni e aprono il ristorante al primo piano in quelle che erano state le stanze dei procuratori della Serenissima.

Ai tavolini del Caffè siedono Lord Byron, Stendhal, Richard Wagner, Marcel Proust, che si spostano dal Florian al Quadri e viceversa a seconda di come gira il sole.
Massimiliano e Raffaele Alajmo sanno di avere un pezzo di storia tra le dita e, nel 2018, lo mettono al sicuro grazie al restauro curato da Philippe Starck e dall’architetto ed ex rettore dello Iuav Marino Folin, con i migliori artigiani della città, quelli che ad averli è una fortuna e a perderli si commette peccato.
Da allora il locale si è fatto in tre: il Gran Caffè Quadri, il bistrot Quadrino e il Ristorante Quadri, una stella Michelin, l’unico affacciato su Piazza San Marco, diretto da Giovanni Alajmo, figlio di Raffaele.

E certo, non è sempre stata una passeggiata. L’ acqua alta devastante del 2019, quella importuna per il resto dell’anno, i vicini di vetrina che parlano cinese, i souvenir, la gioielleria Missiaglia una porta più in là chiusa da dieci anni. Come l’intera città, Piazza San Marco paga pegno al nuovo che avanza.
