Claudio Staderini Hotel Danieli Venezia

«Un sogno chiamato Danieli»

Claudio Staderini è un uomo fortunato. Per oltre sedici anni ha diretto l’albergo nel quale «non si viene per dormire, ma per sognare», fatto di bellezza e passioni, anche molto turbolente, caro a sovrani, divi del cinema, ambasciatori, cardinali, scrittori, che da oltre due secoli infilano in tasca la chiave con il fiocco rosso ed entrano nella storia.

L’ Hotel Danieli è l’accoglienza veneziana al massimo splendore; sono tre edifici che si tengono per mano e insieme guardano Bacino San Marco: il Danieli Excelsior, Palazzo Dandolo (chiuso per restauri fino al 23 febbraio) e Casa Nuova, che aprirà nel 2026 con l’intero piano terra trasformato in spa con piscina.

I tre palazzi dell’Hotel Danieli

Dal 1998 al 2012 e poi di nuovo dal 2022 al 2024, Staderini è stato il custode di questo mondo a parte che, dopo la gestione Marriott, attende di passare a quella Four Seasons in arrivo l’anno prossimo, a lavori ultimati.

Il general manager lascia dopo una lunga carriera felice che l’ha portato a dirigere gli alberghi delle più importanti catene in tutta Italia, ma sempre con Venezia nella testa, e di Venezia null’altro che il Danieli, fin da quando frequentava la scuola alberghiera. Tanta devozione è stata infine ripagata.

Come arrivò al Danieli?

«Era il novembre 1997, allora lavoravo all’Excelsior di Roma, e mi chiesero se fossi disponibile. La mia risposta fu: a che ora incomincio?».

Perché desiderava proprio questo albergo?

«Perché al Danieli si viene per vivere qualcosa di eccezionale, perché è la sintesi di Venezia. A chi ancora non lo conosce sembra di entrare in un sogno».

Quanto costa il sogno?

«Una camera va dagli 800 ai 2.000 euro, la suite del Doge arriva fino ai 15.000 euro in alta stagione».

Walt Disney Hotel Danieli
Walt Disney sulla terrazza del Danieli (Archivio Graziano Arici)

Come sono cambiati gli ospiti nel tempo?

«I nostri clienti sono sempre speciali. Una volta una coppia tedesca arrivò in kayak, con i bagagli nel fondo dell’imbarcazione. Marito e moglie salirono in camera e ne scesero poco dopo elegantissimi, lui in smoking, lei in abito lungo. Erano venuti a Venezia per una festa».

Altri aneddoti curiosi?

«Un giorno si presentarono due signore americane, alla loro prima visita a Venezia. A quei tempi avevamo una lancia che portava i nostri ospiti direttamente dall’aeroporto Marco Polo all’albergo. Una volta entrate, si guardarono intorno e scoppiarono a piangere. Una perfetta sindrome di Stendhal».

Qual è il vero lusso del Danieli?

«Il suo lusso sono lo spazio, il tempo e il suono. L’ospite qui trova uno spazio che dovrebbe essere al di sopra delle sue aspettative, la possibilità di muoversi nel tempo di tutti i servizi offerti dall’albergo e il suono che preferisce, che può essere il silenzio assoluto o il sottofondo della musica».

Charlie Chaplin hotel Danieli
Charlie Chaplin (Archivio Graziano Arici)

Il vostro libro degli ospiti è alto così. E’ vero che una volta salvò George Clooney dai fotografi?

«E’ vero. Gli feci, come dire, da scudo. Clooney era da noi per una serie di interviste nella Wine suite. I fotografi lo aspettavano nella hall ma lui non voleva essere ripreso. Allora lo precedetti lungo la scalinata, nascondendolo con il mio corpo».

Si dice che dietro ogni grande albergo ci siano bravi dipendenti.

«Ripeto sempre che il Danieli sono i suoi dipendenti. A tutti viene spiegato che per accogliere bene i clienti bisogna ascoltarli, ascoltarli e ascoltarli ancora. Per noi il cliente è come una squadra di calcio, lo si ama e non lo si mette mai in discussione. Se si lavora prestando attenzione all’ospite, l’ospite presta attenzione a te e si fida. Oggi i nostri dipendenti sono 150, più gli stagionali, ma possiamo arrivare a oltre 200».

Le modelle di Dior (Cameraphoto Epoche)

Cosa cambierà con il passaggio dalla gestione Marriott a quella Four Seasons?

«I due Gruppi hanno un diverso approccio con i clienti. Marriott lavora sui grandi numeri, Four Seasons sulla grande qualità. E’ sicuramente un passaggio importante destinato a fare del Danieli un luogo nel quale ritornerà la grande hôtellerie. Non mi stupirei se tra un anno o due fosse sviluppato anche il discorso sull’intelligenza artificiale».

In che senso?

«Nel senso che l’AI potrebbe, un domani, gestire i servizi complementari, ad esempio aiutare a capire in anticipo i desideri dei clienti».

Il Danieli è sempre stato tecnologicamente all’avanguardia.

«Già negli anni della Belle Époque aveva l’acqua calda, l’elettricità, l’ascensore, la posta pneumatica e un pianoforte in ogni camera. E’ stato il primo albergo ad avere un sito web e, nel 1998, a introdurre il primo depuratore di Venezia. Il nostro impatto sulla laguna è pari a zero».

Cosa le mancherà del Danieli?

«Sono pienamente soddisfatto di quello che ho fatto, quindi sono tranquillo».

Un momento indimenticabile?

«Almeno due. Sicuramente la festa per i 200 anni dell’albergo, il 25 ottobre 2022, con gli allievi del Conservatorio Benedetto Marcello. E poi la festa di Natale con i bambini dei nostri dipendenti che giravano per l’hotel in cerca di Babbo Natale».

Il suo futuro?

«Resto veneziano, lì di fronte, alla Giudecca».

  1. Una bella favola, raccontata con maestria da un uomo di qualità a cui faccio tanti auguri per la nuova vita alla Giudecca!

    1. Dopo anni di ricordi si può soffrire di nostalgia a staccarsi da una persona amata perché il Danieli nel tempo è divenuto quasi una persona, tanto che viene chiamato “il Danieli”
      Dalla vicina isola il general manager godrà il meritato riposo, scorrendo gli aneddoti e sicuramente la realtà vissuta, come un sogno.

  2. Che bella storia e che bella persona! Complimenti a te, Manuela, per come hai saputo raccontarci questa storia, e auguri al general manager per l’inizio di un nuovo capitolo della sua vita!

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