Venezia, dodici Spritz d’autore

Una spruzzata d’acqua nel vino bianco. Furono i soldati austriaci che occupavano Venezia all’inizio dell’Ottocento a inventare la base di quello che sarebbe diventato il cocktail must drink di oggi.

Spritz da “spritzen”, spruzzare, quel tanto che bastava per allungare il vino, e non finire ubriachi dentro un canale.

La storia

Due secoli fa non c’erano le olive in punta di stecchino, né le fette d’arancia; l’aperitivo era ancora ruspante, doveva scaldare, rallegrare, quel che era servito sul banco della locanda finiva nello stomaco in quattro sorsate.

Il tempo perfezionò la ricetta. Dopo la Prima Guerra Mondiale arrivò l’acqua di seltz, che sostituì la semplice acqua frizzante, e, soprattutto, fu aggiunto il bitter. L’ Aperol deve la sua fortuna ai fratelli Barbieri di Padova che lo inventarono nel 1919; l’anno successivo i fratelli Pilla di Venezia risposero con il Select, mentre a Milano esisteva già il Campari che all’inizio degli anni Duemila avrebbe lanciato lo Spritz come aperitivo modaiolo.

La moda

Fu il miracolo economico degli Anni Cinquanta a introdurre il nuovo rito sociale di incontrarsi prima di cena per prendere qualcosa insieme agli amici; e a Venezia s’incominciò a bere lo Spritz (ancora senza oliva).

Nel 2011 l’International Bartenders Association, che rappresenta i barman di tutto il mondo, lo ha inserito per la prima volta nella propria lista di cocktail, con buona pace di coloro che lo guardano con sospetto perché per loro esiste solo il Martini o l’Americano.

Il colore allegro, il bicchiere panciuto, la patatina a corredo l’hanno reso irresistibile, al nono posto tra i cocktail più bevuti al mondo secondo la rivista Drinks International, graditissimo anche negli Stati Uniti dove, come riporta la Cnn, nel 2023 è entrato per la prima volta nella top ten degli aperitivi più richiesti.

Spritz ovunque, a tutti i prezzi, dai 3 euro dell’illy Caffè ai Giardini Reali (2,5 per i veneziani) ai 25 euro dell’hotel Danieli, accompagnato da un bouquet di ciotoline d’argento; ma non provate a chiederlo all’Harry’s Bar.

Arrigo Cipriani vi risponderà con un’alzata di sopracciglio e l’invito garbato a cercarlo altrove.

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No Select, no Spritz

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  1. Mi sento complessata … sono astemia.
    Dici bene Manu, lo Spritz con fettina di arancia di guarnizione non è solo un cocktail è sinonimo di incontro, un rito irrinunciabile per tanti veneziani.
    E poi oliva, noccioline o chips? Poco importa la compagnia di uno o più cari amici ha il caldo, allegro color arancio.

  2. Caro Direttore, adesso che ha messo a fuoco il mondo degli alcolici, suggerisco di sviluppare una serie di articoli facendo conoscere gli altri drinks amati dai veneziani, fragolino, bellini,etc. che cercherei di accompagnare con della sana pubblicita’ di aziende di alcolici.
    Salute!

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