George Clooney Venezia81 ristorante da Ivo

Grandi divi un po’ veneziani

Arrivano una volta, poi ritornano, magari si affezionano, trovano amici, un hotel del quale conoscono anche il nome della cameriera al piano, un palazzo in cui si sentono a casa. Allora la prospettiva cambia: il red carpet al Lido diventa un momento del tutto e il tutto è Venezia.

Lo sa bene George Clooney, subito a cena al ristorante da Ivo, atteso domenica 1 settembre sera in passerella per il film “Wolfs” e sbarcato con due giorni di anticipo insieme ad Amal al Belmond Hotel Cipriani della Giudecca che, nell’arco di un ventennio, ha protetto la mutazione dell’attore da signorino a marito devoto, suite da 15 mila euro a notte, Tequila Casamigos nel mobile bar, bagno in piscina al tramonto.

Jude Law

La confidenza dei divi con la città va rifinita nel tempo, come ha fatto Jude Law, al Lido con il film in Concorso “The Order” di Justin Kurzel e nelle ore libere in giro per musei insieme a Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, di cui l’attore è membro onorario sempre pronto a mettere mano al portafogli. Fu durante le riprese di “The New Pope” di Paolo Sorrentino, cinque anni fa, che Jude Law prese un palco alla Fenice, scoprì le calli “sconte” e si fece veneziano.

Ancora più assidua l’attrice Tilda Swinton, per anni ospite a Palazzo Gradenigo in rio Marin dove avrà dimenticato chissà quanti piumini della cipria, alla Mostra del Cinema lunedì 2 settembre con il film in Concorso “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar, e già invitata a destra e a manca, Tilda di qua Tilda di là, perché alla Regata Storica tutti i palazzi hanno un balcone pronto per lei.

Subito “in connessione” con la laguna l’attore Willem Dafoe, che ha smesso di essere foresto una mattina della primavera scorsa quando il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, l’ha invitato alla Fondazione Cini e lì, in passeggiata all’ombra dei chiostri come due vecchi amici, gli ha proposto di diventare direttore della prossima Biennale Teatro.

Poi ci sono i ristoranti, dove i divi hanno il proprio tavolo come a Bel Air. Da Ivo a Clooney non serve nemmeno avvisare: fan appostati sul ponte, alle finestre, sui motoscafi per l’uscita dell’attore dal ristorante di Giovanni Fracassi insieme ad Amal e Brad Pitt. Due parole in italiano, un accenno di balletto e via.

All’Harry’s Bar, intanto, si è perso il conto delle prenotazioni, tanto le cose in qualche modo si aggiustano. Venerdì sera Richard Gere ha cenato con la moglie Alejandra e una coppia di amici. La sera successiva ha festeggiato il compleanno. Per l’attore tavolo d’angolo al primo piano, come i veneziani che vogliono esserci senza esserci.

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  1. Venezia, incantevole e irresistibile.
    Non si contano le trame letterarie che si dipanano o hanno come sfondo questo luogo magnifico che degnamente aveva come epiteto “La Serenissima”.
    Scrittori, attori, artisti di ogni luogo la visitano e non possono non ritornare perché Venezia ha anche suoni di Sirena ammaliatrice.
    L’unico che l’ha sognata senza visitarla è stato forse William, di cognome Shakespeare?
    Mistero!

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