La piscina, certo, 850 metri cubi di acqua di mare filtrata e sanificata, quattro scalette, la doccia incorniciata nel verde, il pool butler.
E poi le 92 tra camere e suite, grandi come appartamenti, arredate come salotti, provviste di jacuzzi sul tetto, maggiordomo personale, terrazze a sbalzo, fino a 15 mila euro a notte.
Sicuramente ha avuto il suo peso in classifica anche il giardino, con oltre trecento tipi di piante, il vigneto, le anatre, le galline, lo stagno, il campo da tennis in terra rossa, l’orto botanico dove Giacomo Casanova amoreggiò a volontà.
La classifica
C’è tutto quello che si può umanamente desiderare al Cipriani, a Belmond Hotel, dal 2019 di proprietà del Gruppo LVMH; ma non è per soltanto per il lusso che l’albergo è stato giudicato il più bello del mondo – primo tra mille – dal sito francese La Liste che ogni anno incrocia i consigli delle guide turistiche con milioni di recensioni online.
La grande bellezza del Cipriani sta nella sua eleganza sommessa, la discrezione assoluta; sembra quasi caduto dal cielo sull’acqua, lì, in punta della Giudecca, tra città e laguna, moquette e campagna. Al Cipriani nessuno fotografa nessuno, il selfie è appena tollerato, le bocche serrate; ogni volontà è annotata, ogni capriccio esaudito, inclusa la temperatura della piscina.
E’ il capitale umano, fatto di dipendenti – tre per ogni camera – che talvolta arrivano ragazzi e se ne vanno il giorno della pensione, la grande ricchezza dell’albergo.
Portieri, housekeeper, bagnini, barman che i clienti ritrovano stagione dopo stagione e chiamano per nome, come a casa. Sono i maggiordomi delle suite, le guardarobiere che disfano e rifanno a memoria le valigie degli ospiti, il doorman che offre il braccio agli ospiti sbarcati al pontile privato, i camerieri dei ristoranti: lo stellato Oro, il Cip’s con terrazza su Bacino San Marco, Il Porticciolo davanti all’isola di San Giorgio.
La storia
Sul personale investì senza lesinare Giuseppe Cipriani, che nel 1958 aprì l’hotel dopo aver acquistato due ettari di terreno vicini al convento delle Zitelle e aver coinvolto nel progetto le tre entusiastiche sorelle Guinness, Lady Honor Svejdor, la Viscontessa Boyd of Merton e Lady Bridgit Ness.
In breve tempo Cipriani riuscì a ricomporre su scala alberghiera lo stile imitato allo sfinimento, ma senza successo, che già abitava l’Harry’s Bar, dall’altra parte di Bacino San Marco.
L’hotel divenne da subito il buen retiro dei divi di Hollywood, delle stelle del rock, di stilisti, capi di Stato, registi, teste coronate, fino a George Clooney, che lo scelse per il matrimonio con Amal Alamuddin facendone la sua seconda casa (in Italia).
Per i sessant’anni dell’albergo, nel 2018, il Cipriani offrì una notte al prezzo di allora, cioè a 8 mila lire, poco meno di 4 euro. Camere sold out in pochi minuti per il luogo descritto da La Liste come “l’incarnazione della dolce vita che tutti sognano”.
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