Gli uffici diventano suite, il corridoio degli uscieri trasformato in biblioteca e bar, la sala ovale che ha visto passare vagoni di registri, timbri, ambizioni, ansie e scartoffie convertita in ristorante.
La Borsa e la Camera di commercio in calle larga XXII Marzo, con un supremo sforzo di volontà, si tolgono di dosso un secolo di polvere per presentarsi alla città e al mondo tutte stucchi, specchi, marmorini, velluti, moquette alta così, con l’insegna Nolinski Venezia, quinto hotel del gruppo francese Evok.
Il cambio di passo è notevole perché l’edificio anni Venti, con la facciata ornata di chimere, arriva da una storia di affari, contrattazioni, ed ora è consegnato a un futuro di lusso sonante, su per i sei piani dei quattro edifici che, mescolando Art Nouveau, Liberty e Modernismo, si sono abbracciati fino a diventare un unico corpo.
Nessun volume è stato toccato, tutto quello che si poteva preservare è stato salvato, come le lampade, il parquet, alcuni pavimenti, certi mobili, le inferriate, le ringhiere, i soffitti della Sala delle Grida a piano terra dove, tra un anno, aprirà uno spazio commerciale.
Il restauro
La ristrutturazione dei cinquemila metri quadrati di superficie, costata cento milioni di euro e affidata all’architetto veneziano Alberto Torsello, con l’interior design di Le Coadic & Scotto, ha rispettato la disposizione originaria delle stanze, cosicché una suite s’infila nell’altra, il bagno si affaccia sulla terrazza privata, il salottino dialoga con la reception, che è al terzo piano.
Le camere sono 43, di cui tredici suite, e la più grande sfiora i 47 metri quadrati; la biblioteca conta quattromila volumi, il bar si specchia nell’affresco di Simon Buret, il ristorante Palais Royal nella sala ovale avrà come chef Philip Chronopoulos.
Al sesto piano ribolle la piccola piscina, o grande Jacuzzi, in mosaico oro con vista a 360 gradi e la chiesa di San Moisè sulla punta delle dita. Prezzi dai 1.050 ai 1.220 euro per una notte tra oggetti di Murano firmati Avem, boiserie, cornici di mango, tessuti rosa cipria.
L’inaugurazione
Ospiti all’inaugurazione moltissimi veneziani, che hanno riconosciuto ora qui ora lì l’ufficio nel quale prima o poi erano passati almeno una volta. Inaspettatamente il cocktail diventa festa e la festa diventa ballo, fin sopra i divanetti del ristorante Palais Royal che certo non si aspettavano di finire brutalizzati nell’euforia dell’apertura.
D’effetto anche il cartoncino d’invito, pesante quanto una mattonella e stampato in oro a caldo: 8,75 euro il francobollo della spedizione.
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