Nel giorno del centenario della sua nascita, a un anno e mezzo dalla morte, Pierre Cardin ritorna a Ca’ Bragadin, la dimora veneziana nella quale fu immensamente felice, con gli abiti che fecero molte epoche, ispirati ora allo spazio, ora alle forme geometriche, soprattutto al mai visto prima.
L’omaggio allo stilista che ha messo il proprio marchio su alberghi, ristoranti, spettacoli, persino sull’acqua minerale, vede sfilare nel giardino e nei saloni del palazzo, scalinata compresa, i modelli originali dagli anni Cinquanta a oggi, usciti per la prima volta dall’atelier parigino, insieme alla nuova collezione “Cent” fatta di abiti in tessuti riciclati, fibre naturali che guai a metterli in lavatrice, materiali usati per ricoprire i satelliti, quindi a prova di meteorite.
Soprabiti che danzano, vestiti che sono sculture, cappelli che svettano, tagli che denudano, in una festa di colori, ali, trapezi, oblò, decorazioni di plexiglass, cerchi in filo di ferro non sempre comodissimi, ma importa niente.
L’audacia senza tempo di monsieur è ora nelle mani del nipote Rodrigo Basilicati Cardin, presidente e direttore generale della Maison Cardin che, al termine della sfilata, ha ricevuto un mazzo di 144 rose, tante quante furono quelle regalate da Christian Dior allo stilista in occasione della sua prima sfilata.
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