Festa dell’acqua, anche dal cielo, soprattutto dal cielo, per l’apertura della terza edizione del Salone Nautico. Dondolano in Arsenale a Venezia trecento barche che, messe in fila, fanno 2.7 chilometri di lunghezza, yacht con sfarzi da grande albergo, bolidi che volano sulle onde, scafi elettrici, tender, gommoni, tutti lucenti, tutti nel futuro.
Per nove giorni (fino al 5 giugno), lupi e lupacchiotte di mare areranno il blu carpet che corre lungo i mille metri di pontili immaginando viaggi irraggiungibili, porti lontanissimi. Costretti a rimanere a terra, resta il pantalone bianco per fare un po’ crociera.
Signore vestite alla marinara, più o meno felicemente, tra barche che costano come un appartamento, arredate come salotti, assicurate come opere d’arte. Gara tra cantieri a chi stupisce meglio: Ferretti, Azimut, Sanlorenzo, Arcadia, Pardo, Rizzardi.
Restano indifferenti solo le nuotatrici in resina di Carole A. Feuerman: una dorme allacciata al pallone, l’altra pisola appoggiata al salvagente, la cuffia di perline, le unghie fresche di manicure; così vere da sembrare appena uscite dall’acqua.
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