Il bagno è servito

Per lavarsi le mani, per ritoccare il rossetto, anche per fare plin plin, certo. Se gli specchi potessero parlare, racconterebbero cosa nasconde la fuga in bagno delle donne e con quale cura, forse sfinimento, gli interior designers della laguna abbiano progettato e realizzato il luogo femminile prediletto.

Toilette come alcove, restrooms come salotti; marmi, mosaici, tecnologia e giochi di luci a volontà nella top ten dei servizi di palazzi, musei, alberghi veneziani che sono un mondo a sé. Il bisogno comune a tutti, sublimato da Maurizio Cattelan nel wc d’oro, è evidentemente una scusa per fare molto altro.

Le chiacchiere da bagno, meglio se lussuoso, rappresentano una categoria dell’indispensabile che esige una cornice adeguata. Più è bella, più attira soste prolungate, incomprensibili agli uomini che intanto aspettano fuori e si domandano quanto durerà. Colpa (merito) dell’intimità di certi piccoli scrigni che, intorno all’ovale del lavandino, raccolgono volumi di confidenze, minuzie, pettegolezzi, nei quali talvolta si perde il vero scopo della toilette.

Gli specchi non parlano, le signore stiano tranquille.

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